[CONCLUSO] Nuove opportunità per le donne del campo

Miniere e minori lavoratori

Nelle strette gallerie della miniera di argento del Cerro Rico si possono incontrare con estrema facilità giovani minatori che hanno sulle spalle già molti anni di duro lavoro in condizioni di vita davvero estreme. A 14 anni, vivere per 8 ore consecutive nei cunicoli a 4000 metri li mette a dura prova, compromettendo le attività di socializzazione coi coetanei e il percorso di studi.

CONDIZIONI DI VITA ESTREMAMENTE DIFFICILI

La vita delle famiglie nei villaggi dell’altipiano di Potosì è semplice e umile. Le giornate sono scandite dai tempi dettati dalla coltivazione di patate, dall’accudimento del bestiame e, per la maggior parte dei casi, dai ritmi incessanti del lavoro nelle miniere. Le donne si trovano spesso sole a gestire i figli, la casa, i campi e qualche piccolo lavoretto per mantenersi. Le condizioni della donna necessitano ancora progetti di sostegno da parte dei missionari presenti in queste zone.

Il progetto dei Club de Madres si inserisce in una lunga esperienza di sostegno alle famiglie e alle comunità che le Suore del Bambin Gesù, in cui opera Sr. Giusy Manenti di Bergamo, portano avanti da più di 20 anni nelle zone dell’altipiano di Potosì, in Bolivia.
Le comunità andine sono sparse lungo i sentieri che dalla città di Potosì si arrampicano sulle vallate; per raggiungere i centri abitati più grandi spesso ci vogliono anche due giorni di cammino. A causa delle lunghe distanze molte famiglie rimangono isolate per lunghi periodi, le donne si limitano al servizio dei bisogni della casa e molti bambini non possono frequentare le scuole.
La presenza della comunità di Sr. Giusy, ad Azangaro, il loro continuo lavoro e la disponibilità di una jeep, rende possibile raggiungere anche le comunità più lontane per rifornirle di generi di prima necessità, vestiario e verificare lo stato di salute di bambini e anziani.

Da qualche anno la comunità delle suore ha iniziato ad organizzare brevi corsi di economia domestica, taglio, cucino, confezionamento di abiti tipici della cultura andina. A 16-17 anni le ragazzi del campo conducono già una vita di isolamento e sacrifici.

La partecipazione ai corsi, la convivenza con altre coetanee, il confronto con l’esperienza delle suore e l’avvicinamento ai centri abitati favoriscono l’emancipazione, la presa di coscienza dei loro diritti e la conoscenza di aspetti importanti a livello sanitario, igienico e relazionale.

L’apprendimento di abilità manuali è solo uno dei tanti benefici che la creazione dei “club de madres” innesca nelle comunità andine.
Nei corsi più evoluti si possono confezionare prodotti tipici e vestiti che possono essere fonte di guadagno sia per le famiglie che per la comunità. I primi risultati sono positivi, e molte donne tornano per i corsi successivi.

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