Voci dalle missioni
Racconti e testimonianze dei missionari bergamaschi in tempi di Emergenza Covid-19
Bangui, 16 – giugno 2020
Mariangela Galli, REP. CENTRAFRICANA
Ciao, sono Mariangela della parrocchia della Roncola di Treviolo e da fine gennaio in Repubblica Centrafricana con Medici con l’Africa CUAMM di Padova, un ONG di Padova che lavora nel campo sanitario con lo scopo di riqualificare le strutture sanitarie dove lavora nel tentativo che la salute sia un diritto per tutti e non un privilegio per pochi.
Il Cuamm è operativo in 8 paesi dell’Africa: Uganda, Tanzania, Etiopia, Sierra Leone, Sud Sudan, Angola, Mozambico, nel 2018 ha iniziato il suo appoggio alla Repubblica Centrafricana, nel complesso universitario ospedaliero di Bangui, la capitale.
La Repubblica Centrafricana è un paese grande quanto la Francia, ad oggi conta circa 5,1 milioni di abitanti, la maggioranza dei quali è di fede cristiana ed anche dopo l’indipendenza dalla Francia (1960) non ha mai conosciuto una sua stabilità perché dilaniata da guerre, divisioni, corruzione e violenze.
Il paese si trova al 188°, ultimo posto dei paesi secondo l’indice di sviluppo umano.
Circa il 60% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno, la mortalità infantile (139/1000) sotto i 5 anni è una tra le più alte del mondo, la mortalità materna è di 890/100000 su nati vivi, l’analfabetismo tocca il 51,4% della popolazione.
Questi sono solo alcuni dei dati che fotografano l’estrema povertà del paese.
Lavorare qui è una bella sfida: la capitale non rispecchia l’idea del termine “capitale” ma di un grande villaggio: palazzi a più piani si alternano a case coloniali ormai pericolanti nei muri delle quali si possono ancora scorgere i fori dei proiettili che fanno memoria di un passato bellicoso; edifici imponenti che ricordano l’epoca imperiale trascorsa, quartieri di capanne e casette costruite con qualsiasi cosa senza un ordine.
Mercati e banchetti di frutta e verdura ai bordi della strada principale. Ad una prima vista una grande confusione ma con il passare del tempo tutto diventa l’abitudine, la quotidianità, seppur sempre immersa nel caos.
Nell’ospedale pediatrico, 286 posti letto, si sta cercando con il personale locale, circa 350 staff tra personale sanitario e non, di migliorare l’assistenza clinica ai bambini e la qualità gestionale dell’ospedale, dall’organizzazione delle risorse umane e materiali.
Molti i problemi che ogni giorno si affrontano sia a livello organizzativo che di cura, dalla carenza di personale qualificato alla carenza di risorse per offrire cure di qualità.
La pandemia di COVID-19 arrivata in RCA il 14 marzo non ha certo facilitato la situazione, la chiusura delle frontiere oltre che aggravare la situazione economica del paese ha anche avuto un risvolto negativo nel settore sanitario in termini di approvvigionamento di farmaci e di risorse umane e nel settore educativo, come ovunque nel mondo, anche se qui i già pochi studenti non certo hanno avuto la possibilità di seguire lezioni online da casa.
Martedì 16 giugno si cercherà di festeggiare la giornata internazionale del bambino africano, una piccola goccia, un piccolissimo passo dove si rifletterà ancora una volta il diritto all’istruzione, alla protezione, all’identità, alla salute, ad un ospedale senza dolore, al diritto di giocare e di avere un’infanzia spensierata lontana da violenze, soprusi.
E’ questa la grande speranza, che gli occhi tristi e cupi, senza interesse dei piccoli pazienti ricoverati nel nostro ospedale si trasformino in occhi pieni di gioia e di speranza per il presente e per il futuro.
Un caro saluto e una preghiera Mariangela
Cochabamba, giugno 2020 don Fabio Calvi, BOLIVIA
Da febbraio in poi, lo sappiamo bene, le nostre vite sono cambiate. Tutti, anche in Bolivia, abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini delle bare che vengono trasportate dall’esercito, più o meno tutte le famiglie sono state colpite da uno o più lutti, tutti abbiamo perso almeno un conoscente o un amico…
In questo momento mi sono messo a riguardare le foto che mi sono arrivate in questo periodo, alcune per riflettere, altre che fanno piangere, per fortuna, però, anche qualche foto scherzosa, nonostante i momenti difficili e brutti, per non lasciarsi vincere solo dai sentimenti negativi, ma anche dalla voglia di fare un sorriso e cercare di ripartire. Tra le tante arrivate, una che mi è ha fatto ridere un sacco, è stata quella dove si vede Doc di Ritorno al futuro, che dice a Marty: “Vai dove vuoi, però evita il 2020”.
Questo 2020 sarà un anno che tutto il mondo ricorderà e, per molte famiglie della zona ovest della Parrocchia di Condebamba, lo sarà ancora di più per l’alluvione che a febbraio ha colpito questa zona, lasciando molti danni e qualche famiglia senza casa.
In Bolivia la quarantena è iniziata subito dopo aver incontrato i primi casi del virus, a metà marzo; una quarantena molto stretta, sulla carta, con la possibilità di uscire solo 4 ore per settimana, secondo il numero della carta d’identità, lasciando così molte famiglie senza lavoro e quindi senza la possibilità di poter comprare anche solo i generi di prima necessità.
Così tutti i martedì mattina, con l’aiuto di Gianluca, missionario Fidei donum della Diocesi di Amalfi – Caba de Tirreni, andiamo a distribuire i viveri ad alcune di queste famiglie. Eravamo stati anche nel periodo immediato dopo l’alluvione per aiutare a liberare dal fango alcune case e distribuendo viveri, però con la quarantena la situazione si è aggravata ancora di più.
Per molte di loro è davvero difficile poter mangiare, così, quel poco che possiamo fare, lo facciamo con molta semplicità, dando generi di prima necessità.
Ritornando alla battuta di Doc, credo che dobbiamo cercare anche di scoprire il positivo di questo tempo difficile che stiamo vivendo.
Mi riferisco, in particolare, ad alcuni gesti di solidarietà che ho visto nella gente, che fino ad oggi non avevo quasi mai visto. Molte persone si sono avvicinate alla parrocchia per lasciare qualcosa da portare a chi più aveva bisogno; qualcuno ha lasciato soldi per comprare e questo, in Bolivia, è un piccolo miracolo: persone umili, alcune povere, che condividono con chi è ancora più povero.
Ringrazio il Centro Missionario di Bergamo per averci sostenuto con 1000 euro, che abbiamo usato per comprare i viveri distribuiti in questi mesi.
15/05/2020
testimonianze di Simone e don Antonio
Giorno 1175
Scontro o INcontro ???????
È ricominciata la stagione delle piogge, spesso il cielo è cupo e grandi nuvoloni neri minacciano pioggia.
All’orizzonte, però, c’è un’altra tempesta più pericolosa, che preoccupa e colpisce duramente il Mondo, l’Europa, l’Italia, la Lombardia, Bergamo.
1, 4, 12, 16, 19, 41, 50, 64, 72, 94… i casi di positività alla pandemia, tutti localizzati a Banguì, sono la velocità di avvicinamento della tempesta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dice di tenersi pronti al peggio, il governo della Repubblica Centrafricana per precauzione ha chiuso i confini, l’aeroporto, le chiese e le scuole, vietato gli assembramenti superiori a 15 persone, messo in vigore restrizioni sugli accessi e le uscite da Banguì e le autorità sanitarie ripetono via radio di lavarsi frequentemente le mani con il sapone e soprattutto mantenersi distanti 1 metro.
Come proteggersi dall’uragano con un piccolo ombrello? Come scappare dallo Tsunami con un piccola piroga? Come combattere un gigante con una piccola fionda? Gira voce che i respiratori a Banguì siano 3, il sistema sanitario è inadeguato: è risultato difficile fare una semplice radiografia o ecografia, non saprei dire se esiste una terapia intensiva, forse ci sono 13 posti letto, sul cellulare frequentemente arrivano sms in sango e in francese “se avete febbre, tosse, difficoltà a respirare chiamare 1212”, qualcuno sta effettuando tamponi? Boh!!! Potrebbe essere arrivato un aereo-ospedale dalla Russia, sembra che l’Ambasciata cinese distribuisca mascherine gratuitamente, l’Unione Europea ha finanziato tramite l’Ong OXFAM un progetto di costruzione di qualche pozzo d’acqua a Banguì, la Francia un altro per portare primo soccorso e materiale medico (guanti e mascherine) alla popolazione isolata del Nord-Est.
Tutti questi piccoli e preziosi gesti di solidarietà internazionale degli alleati del governo centrafricano non cambiano la situazione della realtà, sono solo un piccolo cerotto su una ferita che avrebbe bisogno di cure urgenti: la Repubblica Centrafricana, come probabilmente molti altri stati africani, resta gravemente impreparata ad affrontare la pandemia,
Sarà scontro come Davide contro Golia? La Speranza è che i nuvoloni neri della tempesta si dissolvano, ritorni il sereno e possiamo ritornare all’INcontro: INcontrarci a scuola, in chiesa, al mercato, per strada, al fiume, nella foresta.
Simone
LMC
Mongoumba
Repubblica Centrafricana
Parroquia de Araca. Capital: Cairoma. Bolivia
Io vivo a Viloco e il primo caso di Coronavirus del territorio è stata la morte del vicesindaco di Viloco il 23 marzo. La popolazione ha dato la colpa del decesso al Kari Kari, l’oscuro mago che toglie il grasso dal ventre delle vittime e ne causa la morte per anemia… Tuttavia i medici son riusciti a far cremare il cadavere, a farci disinfettare le case e metterci in quarantena.
I medici stessi (in realtà studenti di medicina) son riusciti a scovare un possibile contatto a Cairoma: uno degli amministratori comunali che hanno partecipato a una riunione col suddetto vicesindaco. Il tipo non accetta di farsi isolare e così nel giro di una settimana tutta la sua famiglia si contagia… e siamo a sei contagi!
‘Sta volta le autorità mi chiedono le stanze che ha la Parrocchia a Cairoma (dove dò ospitalità a chi viene dall’Italia o dalla Bolivia: uno dei pochi appartamenti ben piastrellato e con servizi igienici decenti) e di fatto ormai sono adibite all’isolamento dei casi di Cairoma, casi che secondo il sindaco, sono 12. Il giornale di ieri diceva che dei 12 almeno 3 sono bambini… (devono essere quei pochi che non hanno giocato alle maschere con le mascherine distribuite una o due per famiglia!?).
Siamo tutti in quarentena, per modo di dire… perché tutti i motivi son buoni per fare agglomerazione. Per esempio, le cinque o sei mila famiglie di Araca possono riscuotere la “canasta familiar” (50 euro) nell’unica Banca che è a Cairoma… addio distanzamento fisico!
Un altro esempio: la distribuzione dei viveri che ha donato al nostro Comune il Governatore di La Paz: arriva il primo camion e viene diretto a Viloco. Distribuisce secondo la lista delle case disinfettate; poi dovrebbe andare a Cairoma; ma, nossignore! Di qui non si muove! Due spari di dinamite e tutta la popolazione di Viloco riempie la piazza e circonda il camion, che deve scaricare tutto e andarsene bello vuoto.
Io, personalmente, non ho avuto bisogno di aspettare gli spari di dinamite, grazie ai contatti di wahtsapp di Silvia, una parrocchiana di Viloco che abita a Borgo Pignolo, e che, con sua sorella di La Paz, ha seguito il suddetto camion da quando è partito a La Paz: così, nel mio piccolo, ho ricevuto i miei 20 kg. di zucchero, di riso e di pasta, prima che scoppi la rivolta.
Don Antonio Caglioni