Le Missioni
«Eccellenza Reverendissima
la tradizionale generosità della popolazione bergamasca, la ricchezza di vocazioni sacerdotali e religiose della sua Diocesi, la presenza a Roma di un Papa bergamasco, mi spinge a presentarle la mia personale richiesta e quella della nostra vastissima arcidiocesi di La Paz.
La nostra gente ha fame e sete di sacerdoti.
Ma noi non ne abbiamo.
L’educazione della gioventù richiede forze nuove ed energia più fresche.
Ma noi non ne abbiamo.
Le città si gonfiano ogni giorno di più per l’afflusso di gente della campagna. Occorrerebbero chiese e nuovi pastori.
Ma noi non ne abbiamo.
A voi costa poco privarVi di qualche sacerdote e di qualche religiosa. Una piccola vostra porzione, qui significa invece un mondo intero. Un grande dono per centinaia di migliaia di persone…
Questo è il nostro appello, come di una barca che sta per essere sommersa dalla tempesta. Non mi dica di no. Io stesso sono disposto a partire subito per venire a Bergamo ad illustrarle di persona le nostre necessità.
È il cuore di un padre che chiede pane per i propri figli… »
Questo era il tenore della prima lettera arrivata da La Paz. Ma come andarono veramente le cose ce lo potrebbero raccontare solo le mura delle stanze vaticane…
Era giornata di udienze e Giovanni XXIII, stava ricevendo in udienza diversi arcivescovi e vescovi, italiani ed esteri.
«Santità – disse con le lacrime agli occhi e le mani nelle mani del Papa, l’allora arcivescovo di La Paz – non ce la facciamo più. La mia vastissima arcidiocesi, non ha sacerdoti sufficienti. La gente chiede il pane e non ho chi glielo possa dare. Una pena immensa, se non mi aiuta Lei, Santità… ».Il Papa, che aveva ascoltato con commozione quelle parole, scorse in fondo alla fila, in attesa, il Vescovo di Bergamo, Mons. Giuseppe Piazzi e disse: « Gliene parli a quello laggiù – disse il Papa – al Vescovo di Bergamo, forse qualche cosa succederà ».
E successe che il Vescovo di Bergamo inviò i suoi primi missionari diocesani in terra di Bolivia, cominciando dalla diocesi di La Paz. Era l’11 ottobre 1962.
( Tratto da “Bolivia, missione a rischio”
di Padre Giuseppe Rinaldi )
Dove Operiamo
Popolazione: 8.142.000 (1999)
Superficie: 1.098.580 Kmq
Capitale: La Paz
Moneta: Boliviano
Lingua: Spagnolo
Paese senza coste, con tre regioni naturali. Sull’altopiano, con altitudine media di 4.000 m e clima secco e freddo, vive la maggior parte della popolazione e si trovano le principali risorse minerarie del paese: stagno, oro, argento, zinco, tungsteno, rame. Le “valli calde” e le valli dei pendii orientali delle Ande, dal clima subtropicale, sono la principale area produttrice di caffè, cacao, canna da zucchero, soia, coca e banane. Nelle pianure tropicali dell’est e del nord, regione di giungle e savane, vi sono pascoli per i bovini e si coltiva riso, soia e canna da zucchero; vi sono inoltre giacimenti di idrocarburi. Il territorio boliviano è diviso in tre bacini che confluiscono nel lago Titicaca, nel Rio delle Amazzoni e nel Rio de la Plata. L’incontrollato sfruttamento del legname minaccia le risorse forestali, la fauna e il sistema idrologico. In El Alto (distretto di La Paz) si è accentuato l’inquinamento dell’aria, dovuto principalmente all’aumento della motorizzazione.