Betlemme, dall’ebraico Bet Lehm (che significa “la casa del pane”) è la città del Re Davide, cittadina dove Maria ha dato alla luce Gesù. Sorge nei territori della Cisgiordiania e dista circa 10 km da Gerusalemme, capitale di Israele, dalla quale è separata dall’alto muro di separazione costruito dallo stato di Israele pochi anni fa.
Betlemme è una città molto povera, abitata da Palestinesi, arabi musulmani e arabi cristiani.
L’artigianato ed il turismo, sono le uniche fonti di sostentamento della città e dei territori circostanti.
L'Istituto "Ephpheta"
Sorto su una collina di Betlemme è stato realizzato per ospitare e curare i bambini sordo-muti di Betlemme e dei territori occupati. L’Istituto offre ai piccoli non udenti la possibilità di frequentare una scuola, nonostante tutto. Poiché hanno difficoltà a comunicare con gli udenti attraverso il linguaggio dei segni, in questa scuola possono imparare a leggere il labiale e la fonetica, quindi a parlare con la laringe, la bocca e la lingua. Questo rende i bambini più autonomi nella vita quotidiana e offre loro una chance di studio e di lavoro, che altrimenti, come non udenti, non avrebbero. Arrivano qui ad appena un anno, portati dai genitori, per essere iniziati immediatamente all’uso della lingua. Dai 3 ai 7 anni frequentano l’asilo, quindi le scuole elementari e le medie, dove ricevono lezioni regolari, integrate da lezioni individuali di terapia linguistica. A tale scopo ci sono aule dotate di grandi specchi, con cui i bambini possono controllare mimica e respirazione. Sono 130 i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze e i giovani che vengono seguiti dall’Istituto Ephpheta. Venti ragazze le cui famiglie vivono lontano – a Gerico, Ramallah e Hebron – vivono addirittura all’interno dell’Istituto.
Il progetto
Al cuore della missione vogliamo giungere attraverso il suggerimento di questo progetto che si colloca nella scia della condivisione con la terra povera, perseguitata e minacciata, che ha dato i natali a Gesù. Il progetto si prefigge di sostenere l’Istituto Ephatha, gli insegnanti, i medici e il personale, i piccoli ospiti che giungono da lontano e che non hanno possibilità economiche. Contribuire al sostegno del progetto garantisce la continuazione di un servizio che si rende sempre più necessario per favorire una vita normale, fatta di relazioni, di incontri, di lavoro, di scambio.
Il progetto indicato dalla Congregazione per la Chiese Orientali, è stato assunto dal Centro Missionario Diocesano di Bergamo.